La Parrocchia di San Martino in Vescia

E' una parrocchia di 1610 abitanti che vivono in 532  famiglie. L'età media della popolazione è di 48,7 anni. 477 di essi superano i 60 anni. Dati in aggiornamento.
Nel tessuto urbanistico non rimangono significativi reperti di età antica. Sembra più un borgo nato attorno ad una fiorente attività molitoria che sfrutta le abbondanti acque del Menotre e che riguarda ancora grani e oliva.

E' comunità ben fornita di servizi (carabinieri, farmacia, posti letto, posta, negozi di varia natura) a differenza dei paesi limitrofi.
E' stata politicamente protetta da significativi investimenti statali; carnificio militare (ora in demolizione), magazzino militare, deposito nazionale materiali postali, tipografia postale interna.
La chiesa parrocchiale finita nel 1646, non pesantissimamente devastata dal terremoto del 1997, è uno dei rari esempi di barocco presente in diocesi di Foligno, peculiare esempio di barocco locale. Questa decorazione fu pesantemente compromessa dal sisma del 26 settembre 1997.

Nel 2008 la chiesa e gli ambienti parrocchiali sono stati riconsegnati al culto e alle attività parrocchiali.

Pesanti scosse di terremoto il 24 agosto e 30 ottobre 2016 con epicentro a più di 20 km  (6,5 Richter)  non hanno compromesso la stabilità della chiesa, nonostante qualche piccola fessurazione.

San Martino Monaco e Vescovo di Tours
 

(Savaria, Pannonia 315 ca. - Candes, Turenna 397), vescovo di Tours e santo patrono di Francia, istituì il monachesimo in Gallia. Figlio di un soldato romano, Martino fu convertito al cristianesimo all'età di dieci anni. Congedatosi dall'esercito romano, si recò a Poitiers, dove divenne discepolo di sant'Ilario, vescovo di Poitiers e strenuo oppositore dell'arianesimo. Trascorso un periodo in Italia, Martino raggiunse Ilario e fondò il primo monastero in Gallia, a Ligugé. Nel 371 Martino, acclamato dal popolo, venne nominato vescovo di Tours e in tale veste fondò, a Marmoutier, un monastero che divenne un importante centro religioso. Martino proseguì la sua opera missionaria nella Turenna e in tutta la Gallia. Gli vengono attribuiti molti miracoli. La tradizione vuole che offrì metà del suo mantello a un mendicante di Amiens e che in seguito ebbe una visione di Cristo che riferiva il gesto caritatevole agli angeli.